La tensione che ho cercato di celare per queste settimane, cambiando casa, macchine, restando sottotraccia, mi si è accovacciata sulle spalle e per due giorni dal mio ritorno, me ne sono stata a casa ad imbottirmi di analgesici per sconfiggere il dolore. Ma quello fisico passa e a me è dispiaciuto tornare perché mi sembra di aver abbandonato una storia che ancora deve finire, ma il lavoro di freelance a volte è una condanna. Ho fatto quello che potevo nel modo migliore possibile, come sempre, assorbendo l’atmosfera, la gente, gli eventi e cercando di trasformarli in parole.

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