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«Ancora accoltellate, bruciate, violentate, uccise. Non sono dei «casi», sono le nostre sorelle, sono le nostre amiche…».

Un canto di libertà per Sara, per Debora, e per le altre 57 ragazze uccise solo quest’anno da mariti, fidanzati, compagni, ex. Un canto di libertà per tutte le vittime di femminicidio. Oltre le urla. Al posto degli occhi neri, o delle calze stracciate, il simbolo dei nostri giochi infantili.

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