Sul letto di un ospedale c’è una figlia. Il ricovero per una banale appendicite si è prolungato e con una visita inaspettata si fa viva anche lei, la madre. Le stringe il piede con la mano, poi si siede accanto, su una poltrona da cui non si alzerà per cinque notti di fila. Iniziano a parlare con l’imbarazzo di chi si non si riconosce. Il nuovo romanzo di Elizabeth Strout in uscita per Einaudi a maggio inizia così.

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