Diciamo le cose come stanno. Io sono una di quelle che ha paura di riprendere la vita di prima. Prima che insorgano  le e i vitalisti, che nei mesi scorsi tacciavano di imputridita pavidità chi non faceva feste in terrazza dando loro dei morti viventi, chiarisco che non si tratta di paura della malattia. Quella c'è sempre, in sottofondo, anche perché non è che non esista, la malattia, nonostante quanto si è detto e si dirà. E' proprio il timore di riprendere esattamente quel che facevo prima, il dove eravamo rimasti, piglia un treno e poi pigliane un altro, sii ovunque, spenditi, presenzia, sorridi, fai una giravolta e fanne un'altra, non rifiutare mai un invito, e via così.

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