Quando ero bambina abitavo in una casetta nel quartiere Africano, cui si accedeva entrando da un portone che affacciava sulla strada, percorrendo tutto l’androne di un palazzo, scendendo altri scalini che affacciano su un piccolo cortile. Nel cortile c'erano piante, alcuni gatti malmostosi, sulla destra l’abitazione del portiere e poi la mia casa , dopo altri, pochi, scalini. Dal cortile, che era il mio piccolo regno, si poteva guardare il palazzo di fronte, che aveva cinque piani. Guardare, e non entrare.

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