Da venerdì scorso, eccezion fatta per una rapidissima incursione a comprare le sigarette (strade deserte, solo gabbiani e vento, incubi letterari realizzati, fulminea sensazione di libertà), sono rimasta a casa. Il meraviglioso aggeggio che mi permette di trasmettere da casa si chiama Quantum: come l'associazione criminale di James Bond, come la particella elementare. Grazie a lui, ho riorganizzato una ritualità diversa: non più leggere e scrivere nella mia stanza di via Asiago, ma sul tavolo del salone, e verso le due, invece di scendere in studio, organizzo uno studiolo alternativo sulla scrivania della stanza di mia figlia.

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