“Più passa il tempo, più erigiamo barriere attorno ai nostri sentimenti, volontariamente, senza che le circostanze ce lo impongano. [..] Ci creiamo i nostri rigori privati e poi non possiamo fare a meno di rimanervi fedeli”.

E' Mario Benedetti, "Le impalcature", uno dei tanti, possibili romanzi sul ritorno da citare quando si ritorna. Certo, il mio è un ritorno piccolo, non ha nulla a che vedere con la malinconia e il dolore degli esiliati. Eppure c'è. Anche perché quest'anno, nell'abbandono consueto delle terre marchigiane dopo il terremoto, nel proseguire dei commenti imbecilli (e allora i friulani? e allora gli emiliani? perché non si rimboccano le maniche?) si respirava un clima di fievolissima speranza in nuovi ritorni.

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