Queste poche e probabilmente superflue parole non riguardano il modo in cui i giornali raccontano dell'incendio di Notre Dame, ma la nostra reazione emotiva.  Non con stupore, infatti, leggo di molti moniti, declinati in vario modo, verso chi si commuove per il rogo di una cattedrale e non ha magari versato una lacrima per le migliaia di morti nel Mediterraneo, oppure, potrei aggiungere, per le migliaia di vivi che hanno attraversato tre inverni senza casa né certezze, oppure ancora, aggiungerei con non poca rabbia, per le centinaia di morte ammazzate ogni anno, oppure, oppure, oppure.

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