Una delle domande più frequenti che sento porre in questi giorni è "perché ci commuoviamo per i ragazzini nelle grotte thailandesi e seguiamo col fiato sospeso le operazioni di salvataggio, mentre i corpi di altri bambini affogati suscitano reazioni divisive, sospetti di fake e di complotti?". Naturalmente non ho la risposta. Così come non vorrei cadere nella solita trappola voi mostri noi buoni, banalmente perché non serve. E non è neppure del tutto vera, o almeno non in questi termini. Ancora una volta è una questione di linguaggio e contesto.

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