Ogni tanto qualcuno scrive che bisogna pensare al dopo. E' strano, no? In un momento in cui del "dopo" non si ha percezione alcuna, e sembra così normale, giorno dopo giorno, leggere di atrocità di ogni sorta, perché comunque passa tutto, e c'è sempre qualcosa che si accalca per attirare la nostra attenzione e i nostri commenti, il "dopo" delle terre colpite dal sisma è presentissimo. Fioccano progetti di smart city, luoghi di coworking, sviluppo economico fiorente, fabbriche di idee, come se ogni possibile futuro potesse riversarsi (magari riempiendo prima le tasche dei compilatori di progetti) su terre che ancora devono vedere un progetto di ricostruzione.

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