“STAI DE FORUM!” dal 26 febbraio al Forte Prenestino

Ti senti più barbie o gioconda?
Sogni la famiglia o combini il parapiglia?
Hai peli dappertutto o solo sulla lingua?
Vuoi una stanza tutta per te o cerchi il cielo in una stanza?

Se non sai cosa rispondere… corri a:


venerdì 26 febbraio h 20
STAI DE FORUM PARTY!
karaoke > dress code > oroscoPop > proiezioni > degustazione 4rum > djset

venerdì 12 marzo h 20
FAMIGLIA <> PARAPIGLIA

venerdì 16 aprile h 20
BARBIE <> GIOCONDA

a INTHERFERENZE [sala da tè]
csoa FORTE PRENESTINO
via Federico Delpino Centocelle – Roma
 
Per altre info:
 
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Firenze, 28 e 29 novembre: Fascismi e (R)esistenze

 

 

Alla Casa del Popolo di Grassina

Nei giorni 28 e 29 novembre 2009 

 
Gruppo Azione e Ricamo 

Donn(ol)a 

Antifascismo Viola 

e coll. Fotografico Tina Modotti 
 
presentano: 
 
Fascismi e (R)esistenze 
 
Contro ogni fascismo, di ieri e di oggi 

contro ogni forma di autoritarismo 

lotte passate, presenti e future delle donne nel mondo 

come resistere senza sopportare e lasciarci le penne 

per creare percorsi di solidarietà, ribellione, autorganizzazione e mutuo aiuto 
 
>>>^^^<<<
 
Alla casa del popolo di Grassina 
nei giorni 28 e 29 novembre 2009 
 
Gruppo Azione e Ricamo, Donn(ol)a, coll. Fotografico Tina Modotti e Antifascismo Viola 
 
presentano 
 
Fascismi e (R)esistenze 
 
Workshop Antifascismo Viola: 
presentazione del progetto e laboratorio creativo 
 
Mostra autoprodotta da Donn(ol)a:
“La resistenza taciuta” sulla lotta di liberazione delle donne in Italia durante il fascismo 
 

Video autoprodotto da GAR:
“(r)esistenze”, percorso geografico attraverso le lotte delle donne oggi, in contesti di guerra e di “pace” 
 
Sabato 28 dalle 17.30 in poi 
 
presentazione del progetto “Antifascismo Viola” e proiezione video: 
 
L’estremista di destra 
Fallocrazia e corpi di servizio 
(R)esistenze 
 
a seguire apericena e musica in libertà 
 
Domenica 29 dalle 17,30 in poi 
 
Workshop creativo di sperimentazione Antifascismo Viola. 
Per realizzare gadget, video, grafiche, etc, per un antifascismo non sessista e non machista. 
(Portate
quello che volete: macchine fotografiche, videocamere, carta, colori e
pennelli, stoffe e perline viola, paillette e chi più ne ha più ne
metta)
 
Antifascismo Viola http://antifascismo-viola.noblogs.org 
Donn(ol)a http://www.inventati.org/donnola 

Nonna Perdonami laboratorio GAR in via dei Serragli 91/r

 

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il primo numero di FATINA VIOLA

 

 

 


 
VIOLA FATINA la trovi anche su Facebook qui

 

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Fallocrazia e corpi di servizio

Questa è una sequenza di diapositive proiettate – per motivi di
analisi, discussione e studio – durante il workshop antifascismo viola.

A fare da colonna sonora è il pezzo di Ginevra di Marco, Malarazza. 

Le diapositive in jpg, più grandi e comprensibili, le trovate QUI.

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Report antifascismo viola – prima giornata

Presenti le ribellule, tiresi@, impronte, popolazione ladyfest diffusa, fikasicula.

La discussione è partita dalle premesse che ci eravamo date. Una descrizione analitica di quello che accade, sul quale tutti gli interventi convergevano, per arrivare alla critica che viene rivolta al movimento antifascista.

Critica costruttiva che aggiunge riflessioni e strumenti a quello che c’e’ già e che propone una rivisitazione del linguaggio che solitamente viene usato (troppo logoro e sessista, si è detto).

In primo luogo la definizione dei soggetti invisibili a partire dai mondi antifascisti. Donne, gay, lesbiche, trans, etc. La necessità di rimettere in discussione le nostre pratiche e di confrontarle con il mondo dei e delle migranti troppo spesso assimilate ad una pratica antifascista che non tiene conto delle loro culture.

La descrizione che ne viene fuori è di una cultura antifascista molto ideologica con esempi di discriminazione nelle pratiche, nei linguaggi usati e nelle dinamiche riproposte.

La proposta parte dall’analisi dell’uso che il fascismo fa della comunicazione. Si pone dunque la necessità di proporre delle pratiche alternative e che coesistano con altre già esistenti.

Pratiche non sessiste e machiste che usino i canoni della guerrilla semantica e semiotica, della guerrilla marketing per intervenire sul piano della comunicazione e della immagine, ovvero il piano attraverso il quale il fascismo consolida potere e acquisisce consenso.

La discussione teorica ha preso spunto dai contributi che sono stati già pubblicati sul blog antifascismo viola, dal contributo in slide di fikasicula e dal video sull’estremista di destra tradotto dalla rosebud crew così come da interessantissime considerazioni che sono state fatte durante il workshop.

Tanti i fascismi individuati, da quello che costringe in schiavitù i migranti nelle professioni a quello dei corpi che vengono assoggettati ad una unica sessualità riproduttiva e conforme ai canoni di vita e immagine che ci impongono. Una pratica sovversiva proposta è quella di riproporre i corpi “al naturale”, i nostri desideri, le nostre vere sembianze non televisive, non patinate, sporche di vita e delle identità alle quali ci piace appartenere.

Qualche proposta pratica: l’idea di un test scritto e sotto forma di quiz da fare in video. L’idea di una parodia satira sul test d’ingresso nella nazione. L’idea di creare un personaggio che diventi riconoscibile come veicolo della comunicazione antifascista (sull’esempio di anna adamolo, san precario, serpica naro).

E’ necessario individuare slogan, segni, parole che diano vita ad una campagna.

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Antifascismo viola – Impronte

Il pacchetto sicurezza sarà approvato a breve in via definitiva. Quali sono
le principali misure contenute nella legge? Quali le ripercussioni sulla vita
dei migranti e delle migranti del razzismo istituzionale che caratterizza i
governi sia di destra che di sinistra in Italia come in tutta la Fortezza
Europa? Quali sono gli obiettivi sottesi alle politiche della sicurezza, del
razzismo, dello sfruttamento e del controllo?
Come rete della libertà di movimento tentiamo di aprire spazi di dibattito
politico su queste questioni, di costruire risposte collettive alla precarietà
dilagante di vita, di portare avanti progetti che incidano sulla realtà oltre
che sull’immaginario. Impossibile non gridare la propria rabbia di fronte all’
escalation di razzismo e violenza istituzionale che colpisce tutti e tutte. La
violenza nei confronti di Kadiatou Kante in un ospedale di Napoli, il suicidio
di Nabruka Mimuni nel lager di Ponte Galeria ci ricordano che le donne di
origine straniera sono colpite duramente in un contesto in cui si vorrebbe
risolvere la crisi, imponendo la società della paura e dell’isolamento.  Ma le
donne straniere, cittadine del mondo non sono vittime silenti e passive come le
si vorrebbe… Dalle battaglie per il diritto alla casa, alle rivolte nei CPT le
donne straniere sono protagoniste e “capaci di reagire”.  Come creare un
terreno di lotta comune? Come declinare in modo nuovo l’antifascismo come lotta
alle misure il libertarie che colpiscono i migranti e le migranti per prime per
essere estese ad altri “gruppi sociali” fino a coinvolgere tutti e tutte?
Pensiamo che sia necessario porsi molte domande, ricercare risposte e
costruirle insieme. Pensiamo che la messa in discussione delle pratiche sia un
passaggio fondamentale, nonché una pratica di lotta in sé. Pensiamo che alla
presa di parola e alla politica di piazza, vadano affiancate pratiche di lotta
sulla frontiera del quotidiano, per costruire un discorso politico antagonista
e radicale che tragga forza dalla condivisione piuttosto che dall’identità.

Siti:
http://www.autistici.org/impronte/
http://www.meltingpot.org/
http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/
http://marginaliavincenzaperilli.blogspot.com/
http://www.storiemigranti.org/
http://fortresseurope.blogspot.com/

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Tiresi@: Bon Ton Antifascista e sessismo di genere

Tiresi@: Bon Ton Antifascista e sessismo di genere

http://tiresia.noblogs.org/post/2009/04/25/bonton-dell-antifascista
In seguito a mesi di politica in università, riunioni, manifestazioni e workshop vari ci siamo ritrovati insieme in una riflessione antifascista che comprendesse anche una riflessione sul sessismo e machismo che abbiamo riscontrato amaramente tra quelli che dovrebbero essere i nostri “compagni”, così si è sviluppata l’idea Brainstorming sul 25 Aprile insieme ad altre realtà femministe napoletane(Pachamama e Degeneri in particolare).

Dopo la disillusione delle manifestazioni antifasciste(contro Storace, le ronde cittadine), e anche  nelle stesse assemblee, dove chi può parlare è il più forte, dove quello che grida di più detiene l’attenzione ma soprattutto il  potere, abbiamo sentito la necessità di proporre in una giornata come quella della liberazione dal nazifascismo, una riflessione sull’antifascismo, su cosa significa esserlo e in che modo. Il Bon Ton nasce quindi dalla nostra volontà di fare un po’ di “pedagogia umoristica” anche a destinazione dei compagni, soprattutto maschi, proprio quelli che ci troviamo accanto nei cortei, analizzando come appare il movimento antifascista che viviamo, quanta coscienza e quanta sicurezza (non)riscontriamo.
È nato semplicemente come un modo ironico di svegliare le coscienze, porsi domande, parlare di antifascismo sottolineando le mancanze degli antifascisti stessi. Col sostegno delle compagne femministe in poche ore è si è ritrovato filtrato in più blog, mailing list, nelle strade della nostra città… e con la stessa velocità sono arrivate le reazioni. La violenza di chi si è sentito colpito, gli insulti di chi, perché bacchettone o ignorante, ritiene che le nostre modalità siano controrivoluzionarie, ma anche l’ammirazione di chi quel documento l’ha capito e si è sentito in dovere di sostenerci, ancora una volta.
Ma ci chiediamo perché a sostenerci siano sempre soprattutto compagne, donne e femministe. E qui riscontriamo ancora fallocentrismo, antifascismo avanguardista o da stadio, sessismo, machismo, preconcetti, chiusura e competitività e leaderismo proprio con chi quotidianamente scendiamo a lottare. E ci chiediamo arrivati a questo punto: esistono, o si stanno creando, stereotipi sessisti anche nell’antifascismo? Quanto è possibile ritrovare quell’ identità di classe necessaria alla lotta anticapitalista senza passare da una serie di discussioni e pratiche antisessiste e femministe?
Una cosa poco felice da notare sulle reazioni al nostro pamphlet è che i commenti più offensivi di chi si dice antifascista erano anonimi. La cosa incoraggiante è stata invece parlare con persone faccia a faccia e aver modo di continuare insieme quello che è stato solo un primo tentativo per una discussione che dalle nostre parti è ancora indietro e che richiede anche da parte nostra un approfondimento continuo. Felice punto a favore il Bon Ton ha prodotto una discussione che ci porterà il 28 maggio ad un’assemblea pubblica sull’ antifascismo viola in previsione del Pride a Napoli e del summit del g8 a Roma, entrambi del 30 maggio.
Proprio il Pride sarà l’ occasione di rivendicare il nostro orgoglio di appartenere alla classe delle/gli sfruttat* dal capitalismo.
Crediamo che senza questa consapevolezza non sia possibile nessuna lotta.

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Movimento LGBTQ al FESTIVAL SOCIALE DELLE CULTURE ANTIFASCISTE

da http://www.fest-antifa.net/

Condividiamo la lettura da cui nasce il festival sociale delle culture antifasciste di un quadro in cui il neofascismo si manifesta con nuove forme, alcune evidenti, altre molto piu’ subdole e mascherate, tutte aggressive e sessiste.

Crediamo anche noi che cerchi di ricostruirsi una legittimita’ sociale, sia utilizzando immaginari
e slogan dell’ideologia politico-istituzionale della "sicurezza" che semplifica, nasconde, mistifica, propaganda miti razzisti e istiga all’odio sociale; sia riprendendo forme di aggregazione e mobilitazione pseudo-movimentiste tipiche del fascismo "sociale" delle origini.

Mentre assistiamo all’aumento degli episodi di violenza in Italia nei confronti di chiunque non si uniformi al modello dominante, e di conseguenza anche contro trans, lesbiche e gay, diversi avvenimenti hanno, nel corso dell’ultimo anno, evidenziato profonde fratture nel movimento lesbico, gay e transessuale, e una debolezza di elaborazione politica del movimento LGBTIQ che lascia spazio a derive securitarie, perbeniste, escludenti e qualunquiste, con il rischio di delegare alla repressione poliziesca la gestione dei conflitti interni al movimento.

Non credendo che questo riguardi solo il movimento LGBTIQ, ma che piu’ in generale sia in atto un attacco contro ogni movimento che faccia riferimento all’autodeterminazione e all’antifascismo e che rifiuti le logiche di rappresentanza, Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo e Coordinamento Sylvia Rivera hanno organizzato a Bologna nell’ottobre 2008 una "Tre giorni contro la repressione, la normalizzazione e le nuove forme di disciplinamento dei corpi" a partire dalla convinzione che le parole d’ordine e le pratiche cui si debba oggi ispirare un movimento che intenda riprendere parola e azione per fare fronte alle derive razziste e alla pervasiva diffusione di ideologie e pratiche securitarie e di normalizzazione, siano:
autodeterminazione, laicita’, antifascismo, liberazione. Parole da declinare in pratiche incarnate e sessuate che riconoscano i nessi dell’emergente complesso razzista-xeno-omo-lesbo-trans fobico.

E’ a partire dalle riflessioni ed elaborazioni nate in quel contesto che partecipiamo al festival sociale delle culture antifasciste, portando la nostra specificità per arricchirla con altre specificita’, per rafforzare un percorso di contaminazione da sempre al centro
della nostra modalita’ politica.

Sara’ occasione per aprire il tavolo LGBTQ con la presentazione degli atti della tre giorni contro la repressione, durante la quale l’antifascismo e’ stato il posizionamento centrale per cogliere i nessi tra perbenismo, rispettabilita’ e normalizzazione delle soggettivita’ lgbtiq, reimposizione dell’immaginario familista, ruolizzazione sociale/sessuale,
trans/lesbo/omofobia e le politiche securitarie, razziste, sessiste, fasciste.

Torneremo a interrogarci e a mettere in comune con chi vorra’ pratiche di resistenza simultaneamente antifasciste e antisessiste.
Non sara’ solo un tavolo tematico, ma il tentativo di attraversare il festival a partire
dalla consapevolezza di quanto le soggettivita’ eccentriche siano state proprio le prime a vivere sulla propria pelle il nuovo fascismo che avanza, di come – ancora una volta – il primo atto di imbarbarimento sia la creazione di gruppi e categorie sociali abbiette, l’individuazione dei singoli individui da stigmatizzare, di come attorno a questo spazio di abiezione si addensino politiche di controllo, disciplinamento e repressione.

Chiediamo alle soggettivita’ LGBTIQ di aderire e dare il loro contributo, aiutandoci a non far cadere nell’oblio e a rilanciare le pratiche di resistenza che – da almeno 10-15 anni – attraversano il movimento LGBTIQ.

Promuovono:
Facciamo Breccia, Antagonismogay, MIT, Fuoricampo
Lesbian Group, Coordinamento Sylvia Rivera,
Laboratorio Smaschieramenti, Queerevolution/Frangette estreme. 

 

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Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti antifascisti

da http://assembleantifascistabologna.noblogs.org/


Ripubblichiamo da “Umanità Nova” n. 19 del 17 maggio 2009 la traduzione
abbreviata di un “Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti
antifascisti” scritto in Germania negli anni Novanta. Poiché il testo
stesso ci invita a farlo, abbiamo cambiato e aggiunto qualcosa e invitiamo
chi legge a riprendere e trasformare il testo o a usare i commenti per
proporre correzioni e/o ampliamenti.



Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti antifascisti

Essere antifascisti vuol dire contrastare organizzazioni e ideologie
autoritarie ben differenti e individuate: qualcosa di esterno, di
estraneo, di ostile, con pratiche squadriste di aggressione violenta e una
cultura della gerarchia, della norma e dell’intolleranza.

Nel caso dell’antisessismo in luoghi misti, invece, l’azione di contrasto
non può che rivolgersi sia all’esterno che all’interno. Ognuno di noi
cresce e si forma in una società che ha modellato per secoli l’identità
sessuale in senso autoritario attraverso pratiche molteplici di
subordinazione della donna all’uomo. È uno degli strati più arcaici dello
sfruttamento e della disparità tra esseri umani e proprio per questo mette
in gioco radicalmente la persona, i suoi comportamenti, la sua
quotidianità, il suo linguaggio. Ognuno di noi cresce e si forma in una
società che diffonde a piene mani discriminazione di genere, nelle parole,
nelle immagini, nei gesti, nelle allusioni, a scuola, sul lavoro. Nessuno
se ne libera se non attraverso un percorso critico e una continua
esperienza di sé.

Proprio per questo la soggettività antifascista, abituata a contrastare la
violenza sociale come elemento esterno e separato da sé, deve guardarsi
dal non mettersi in discussione e problematizzare costantemente le proprie
pratiche di ogni giorno. Anche sul versante della vita quotidiana e dei
rapporti fra i generi.

Non tocca a noi dare una definizione astratta del sessismo. Ci compete
invece coltivare una consapevolezza di fondo: ogni uomo eterosessuale è
potenzialmente uno stupratore. Per secoli la sessualità europea è stata
disciplinata mettendo al centro l’uomo, i suoi bisogni, le sue pretese, il
suo senso autoritario di possesso. Non ci si libera da processi secolari –
che hanno modellato profondamente persino il linguaggio – in cinque minuti
dichiarandosi sbrigativamente «antisessisti».

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essere antifascista oggi

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